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Visualizzazione dei post da marzo, 2020

HENRI BERGSON

IL PENSIERO Bergson nega la qualità della scienza affermando che l'individuo non è conoscibile scientificamente e che per egli non possono essere utilizzate le stesse regole che consentono l' interpretazione dei fenomeni. Berson esegue  una netta separazione tra tempo nella scienza e tempo nella vita: TEMPO DELLA SCIENZA :  è una grandezza misurabile e omogenea  è fatto di istanti tutti uguali e allo stesso tempo tutti diversi  è il tempo reversibile che consente la ripetizione è il tempo spazializzato ed esteriore TEMPO DELLA VITA: è fatto di attimi inripetibili  è il tempo vissuto  si costruisce nella continuità l'uomo fa conserva anche senza accorgersene MATERIA E MEMORIA In materia e memoria Bergson espone il problema di definire una relazione tra il corpo e lo spirito. egli critica:   l'ipotesi epifenomenista , secondo la quale il pensiero è una semolice funzione del cervello l'ipotesi parallelista , secondo la quale gli stati del

Freud

L'ENORME RIVELAZIONE DELLA PSICOANALISI Sigmund Freud è il recursore della psicoanalisi, una disciplina che ha avuto un notevole rilievo sia pratico sia teorico. La psicoanalisi rappresenta la la terza grande rivoluzione della storia occidentale. Freud trasforma radicalmente l'immagine dell'io, della coscienza e della personalità e rivela l'esistenza di una zona buia e impenetrabile alla ragione: l'inconscio . LA SCOPERTA DELLA VITA INCONSAPEVOLE DEL SOGGETTO Il lavoro condotto nel reparto di malattie nervose dell'ospedale si Vienna porta il giovane Freud a interessarsi ben presto dei casi di isteria. Isteria designa uno stato patologico della psiche, che si manifesta con fenomeni di somatizzazione, cioè di trasposizione sul corpo di disturbi psichici. Ciò che Freud trae dallo studio dell'isteria e della novrosi è il riconoscimento che esistano processi psichici non consapevoli, quindi, vi sono eventi, pulsioni o tendenze che la persona, attivando una

Soren Kierkegaard

VITA La  biografia del filosofo  è  essenziale per poter cogliere la sua  elaborazione teorica .  In primo luogo, la  figura del padre  fu centrale nella sua formazione: verrà, infatti, da questi educato ad una rigida osservanza religiosa.  Il luteraneismo  a cui il genitore lo aveva introdotto, ed in particolare un marcato senso del “ peccato ”, spinsero il giovane  Kierkegaard  ad iscriversi alla facoltà di teologia per diventare pastore. Ma il filosofo non decise mai di intraprendere tale professione.  La  vita di Kierkegaard  appare infatti segnata da una “paralisi”, una incapacità di decidere tra le alternative  che si presentarono nella sua vita, una indecisione perenne che lo portarono ad identificare se stesso come un “contemplativo” che osservava con distacco la vita (sua e degli altri) più che viverla scegliendo.  È lo stesso filosofo, nel suo  Diario , a restituirci gli  stati d’animo , enormemente ingigantiti, che accompagnavano ogni possibile scelta da compiere.  P